Poco dopo la fine della guerra mio nonno Pietro acquistò una vasta proprietà a Bertinoro che comprendeva, come ogni podere di questo nostro territorio così vocato, tre ettari di vigneto coltivati a sangiovese e albana. Il terreno era ottimo e l’uva eccellente ma ogni tanto alcune piante si seccavano e lui, in quel piccolo spazio che si creava, da buon siciliano nostalgico della sua terra d’origine, felice piantava subito un ulivo. Il suo sogno era avere un grande uliveto.
Ma ho spezzato il suo sogno, irrimediabilmente. Nel 1992 ho ripiantato tutte le vigne, le ho anche estese con la testardaggine che ha aiutato a superare tante complicazioni: volevo assolutamente produrre grandi vini. E la difficoltà più grande è stata inquadrare, nei geometrici filari delle piccole viti ad alberello che andavo piantando, tutti quegli ulivi sparpagliati. Le file risultavano a volte più larghe a volte più strette, qualcuna perfino interrotta, ma li ho mantenuti tutti per decenni.
Adesso l’azienda comprende circa 14 ettari di vigneto che continuo a coltivare con rigore e passione affiancata dalle mie quattro figlie, soprattutto da Miranda, con la quale produco tante bottiglie di sangiovese e di albana e … poco poco olio.

 

Giovanna

Bertinoro è un borgo di origine medievale situato tra i rilievi dell’Appennino tosco-romagnolo e la bassa pianura padana che guarda a picco verso il mare Adriatico, dal quale arriva una brezza marina raccolta dalle piante di vite e racchiusa nei vini prodotti nel territorio. Per la sua posizione strategica è conosciuto come “Il Balcone della Romagna” oltre a essere “Città del Vino” e “Città dell’ospitalità”.
Qui è dove viviamo e curiamo i nostri vigneti, preservando vitigni autoctoni, seguendo i principi biologici nel totale rispetto della natura e ripristinando l’antica forma di allevamento ad alberello.